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Mei: 'Che azzurri a Tokyo, è atletica-mania'

21 Settembre 2025

Il presidente FIDAL soddisfatto per il record di 7 medaglie ai Mondiali: "Ancora una volta siamo il traino dello sport italiano, l'atletica muove i giovani". DT La Torre: "Consistenza, profondità e futuro. Furlani e Battocletti nuovi leader"

Il record di sette medaglie, come non era mai accaduto nella storia azzurra. Un’edizione memorabile ai Mondiali di Tokyo con un oro, tre argenti e tre bronzi, ma anche quattordici finalisti, che potrebbero diventare quindici al termine dell’ultima sessione di gare, e 61 punti in attesa della staffetta 4x400 femminile.

“È andata molto bene”, le parole del presidente della FIDAL Stefano Mei che sottolinea la soddisfazione per i risultati ottenuti dagli azzurri, nella conferenza stampa conclusiva a Casa Atletica Italiana, al Blue Note Place di Tokyo. “Qui abbiamo portato una squadra molto ampia, a ragion veduta, con 89 atleti perché in questi quattro anni e mezzo i ragazzi hanno dimostrato di meritarsi tutto e la fiducia è stata ben riposta. Si è avuta di nuovo una sensazione di compattezza: non tutti potevano andare in finale, nel percorso di trasformazione è normale che sia così”. Tanti podi: l’oro di Mattia Furlani nel lungo, le due medaglie di Nadia Battocletti (argento nei 10.000 e bronzo nei 5000), gli argenti di Antonella Palmisano nei 35 km di marcia e Andrea Dallavalle nel triplo, i bronzi di Leonardo Fabbri nel peso e Iliass Aouani nella maratona. “Ma con un’occhiata indietro - prosegue - vediamo che Massimo Stano non c’era, Andy Diaz è stato frenato da un problema fisico, Larissa Iapichino ha trovato una serata sbagliata, altri campioni olimpici di Tokyo come Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs si sono presentati in condizioni non ideali e ci può stare. È stato un anno straordinariamente lungo, da febbraio con i campionati indoor fino a settembre, e gli atleti hanno cercato di allungare la stagione. Il ringraziamento va a chi lavora per questo, perché con molti atleti c’è bisogno di un numero adeguato di persone nello staff”.

 

“Ancora una volta l’atletica ha dimostrato di essere il traino dello sport italiano: se va bene l’atletica, allora va bene tutto lo sport - continua Mei - Una squadra con atleti che riescono a essere combattivi in modo corretto, dignitosi quando va male e misurati quando va bene. Non ho parole per ringraziarli, sono felice più di quando ero atleta, mi sembra di essere in campo con loro. C’è un grande seguito in Italia per i Mondiali, nonostante la differenza di orario. È di nuovo atletica-mania, la presenza sui media è aumentata. Non invidio Sinner e il tennis, l’atletica muove di più i giovani”.

 

“Marcell Jacobs si vuole ritirare? Sono cose che si dicono quando si è arrabbiati, lo derubricherei a sfogo. Come Tamberi, potrà arrivare fino ai Giochi di Los Angeles ma dovrà capire come muoversi, gli ultimi mesi senza allenatore al fianco gli hanno tolto qualcosa. Non può essere che finisca così, deve trovarla lui la forza. Ci siamo messi a disposizione e non c’era la volontà di imporre niente, credo che ci sia ancora una risorsa per l’atletica italiana. Filippo Tortu si porta sulle spalle il grande risultato ottenuto da giovane, ma è il peso che devono portare i campioni: penso che anche lui sia recuperabile, dovrà fare delle scelte. Nella batteria della 4x100 il sudafricano si inclina verso l’interno, Jacobs uscendo con il braccio destro non era interamente nella sua corsia, non ci è stata data una risposta chiara ma la accettiamo”.

“Si va per cicli, nella velocità non siamo come gli Stati Uniti che hanno un serbatoio inesauribile, e ora siamo di fronte a una situazione contingente. C’è un risveglio importante nel mezzofondo: mi ha colpito molto la gara di Francesco Pernici che ha sfiorato la finale negli 800 metri, era in lacrime ma a ventidue anni è decimo al mondo, gli ho detto che il futuro è suo. I ricambi arriveranno anche nello sprint e bisogna solo aspettare che crescano i giovani. È difficile emergere nell’atletica, non c’è mai stato un periodo in cui siamo andati bene in tutte le specialità. Si deve investire molto ed è quello che stiamo cercando di fare”.

 

“Consistenza, profondità e futuro”. Queste le parole-chiave per il direttore tecnico Antonio La Torre. “Se l’Olimpiade di quattro anni fa a Tokyo era stata l’ispirazione, adesso ci sono due nuovi leader come Furlani e Battocletti per fungere da stimolo agli eroi feriti che non vogliono arrendersi. Un campione Mattia che ha marcato il territorio nel lungo e Africa contro Nadia nel mezzofondo, impensabile fino all’anno scorso. L’Italia conferma il ruolo di leader tra le nazioni europee, ma siamo ambiziosi e vogliamo avvicinarci agli Stati Uniti che qui hanno lanciato un messaggio inequivocabile in vista dei Giochi di Los Angeles 2028”.

“Con la 4x400 femminile possiamo arrivare al record di punti che è di 63 nell’edizione di Goteborg 1995. In terza frazione correrà Eloisa Coiro, per sfruttare la sua combattività e le sue capacità di resistenza, al posto di una splendida Alessandra Bonora. La maledizione dei quarti posti di Parigi quest’anno è rappresentata dai pochi millesimi per Lorenzo Simonelli, o dai pochi centesimi per Francesco Pernici, che li hanno separati dalla finale. C’è stato il record italiano di Edoardo Scotti nei 400 per dare la scossa a un settore in cui dovremo rivedere qualcosa. Le lacrime di delusione di Nadia Battocletti due anni fa a Budapest ora sono diventate lacrime di gioia: ho la convinzione che potrà succedere anche per Larissa Iapichino. Dal punto di vista logistico, stavolta il campo di riscaldamento era lontano dallo stadio ma il nostro staff è stato prezioso anche per questo, dimostrando quanto sappiamo concepire l’evento prima dello svolgimento”.

 

“La partecipazione entusiastica di Marcell Jacobs alla staffetta dice tanto, anche se siamo di fronte a una riflessione profonda che riguarda la sfera umana di chi si trova di fronte a una scelta di vita importante, bisogna aspettare che maturi la decisione e il percorso va rispettato, ma sono rimasto colpito dalla sua serenità interiore - aggiunge La Torre - È rara la sua onestà nei confronti di se stesso e degli altri, ci sta pensando da più di tre mesi, ma credo che la sua presenza in campo da leader vero ci potrebbe aiutare tanto nel passaggio generazionale. Non abbiamo un altro Jacobs, al maschile non c’è un corrispettivo della quindicenne Kelly Doualla con quelle potenzialità. È un ‘annus horribilis’ nella velocità per una concomitanza di infortuni, senza quell’imprevisto la 4x100 sarebbe andata in finale. Da parte di Jacobs in batteria c’era rimpianto ma anche consapevolezza: è questo che è cambiato, niente alibi. Non è stato un contatto volontario ma non ci hanno mostrato le immagini. Si sono visti ottimi risultati nella velocità negli ultimi quattro anni, qui non è andata bene: sarà necessario approfondire le cause e proviamo a immaginare cosa potrà essere la staffetta femminile con Dosso e Doualla al loro meglio. Da tifoso, ancora prima che da direttore tecnico, non posso pensare a una velocità italiana senza Jacobs e Tortu il prossimo anno”.

 

“Spero che la medaglia di Dallavalle possa scuotere altri, ad esempio Sibilio: ci sarà da ragionare sull’opportunità di uscire dalla comfort zone. La finale nel martello di Sara Fantini assume valore doppio, una conferma di carattere perché affrontava un passaggio delicato per l’infortunio. Nella maratona Aouani è andato a segno due volte su due quest’anno, con l’oro europeo e il bronzo mondiale, e anche Chiappinelli è di nuovo tra i migliori”.

“Quello che è successo qui aumenterà l’attenzione per l’atletica. Per il futuro dovremo incrementare ulteriormente le misure di prevenzione degli infortuni e gli aspetti metodologici, anche con l’intelligenza artificiale, e affrontare il tema del caldo per l’aumento della temperatura, non tanto il giorno della gara ma ogni giorno in allenamento. Intanto siamo già proiettati verso i grandi eventi della prossima stagione, dai Mondiali indoor di Torun agli Europei di Birmingham: è un cantiere di lavori sempre aperto”.

 

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